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mercoledì 6 giugno 2018

'La cattedrale di Jasper' di Cristiano Pedrini *recensione*

Buon pomeriggio cari lettori,
oggi torniamo a parlarvi di Cristiano Pedrini con il suo nuovo romanzo → La cattedrale di Jasper. Ce ne parla la nostra recensionista Simona, non perdetevi la sua recensione.

Titolo: La Cattedrale di Jasper 

Autore: Cristiano Pedrini 

Pubblicato nel Maggio 2018

Genere letterario: M/M

Trama
Federico, un trentenne italiano di successo, vive la sua vita chiuso nella prigione della sua anima e del suo lavoro. Quando conosce attraverso a una chat Jasper, trasferitosi dall’Inghilterra per un corso di studi universitari, sa di non poter sperare molto per loro, ma quando il giovane ragazzo si materializzerà nella sua vita accendendo in lui mille emozioni, si troverà costretto a respingerle proprio per il terrore di ferirlo. Jasper ama la sua terra, le sue leggende, i suoi castelli e la sua cattedrale. Federico, esperto di marketing per una casa
editoriale non conosce le sfumature della vita né crede di sapersi emozionare per l’arte e la storia…
Cosa potrà unirli e aprire i loro cuori?

Recensione
Oggi sono qui a parlare di Federico, un trentenne italiano esperto in marketing, un uomo di successo che vive rinchiuso nella prigione della sua anima vivendo solo per il suo lavoro. 
Ma un giorno, tramite una chat, conosce il ventenne Jasper trasferitosi dall'Inghilterra per frequentare l'università. Lui ama la sua terra è con essa tutto ciò che ne fa parte.
Federico e Jasper sono opposti in tutto. Si conoscono in un caffè e subito Federico cerca di respingere la miriade di emozioni da cui viene colpito, dalle mille paure tra di cui anche quella di ferire il giovane Jasper. Ma la distanza fa solo male.
《 NON PUÒ PERMETTERSI DI VOLER BENE A QUALCUNO CHE INVECE ADORA ALLA FOLLIA E CHE LO COSTRINGE A RIMANERE RINCHIUSO SOLO IN QUELLA PRIGIONE FREDDA 》 
Hanno due vite diverse e solo il destino sa che cosa porterà i loro cuori ad unirsi. Perché nella diversità c'è sempre un punto d'incontro. 
Questo è un piccolo assaggio della lettura, un passaggio che mi ha fatto riflettere: 
《 Li guarderò. ..e mostrerò loro che è il mio mondo, quello in cui voglio vivere, non il loro, fatto di paura e disprezzo...》
Il mio giudizio è positivo, il libro si legge molto velocemente in un paio d'ore al massimo, ci sono stati alcuni tratti che avrei tolto ed altri che avrei migliorato ma nonostante ciò nel complesso è una buona storia che mi sento di consigliare,  non risulta volgare ne tanto bene banale.
La Cover la trovo azzeccata per la dinamica del libro anche se non mi ha entusiasmata molto e per questo do un 4.
I personaggi a grandi linee sono descritti bene ma non so... manca quel non so cosa che che mi porta purtroppo a dare un 4.
La prosa dello scrittore  è lineare è scorrevole a tratti povera ma essenziale non lascia nulla al caso per questo do un 4.
Per finire, ho trovato la trama carina ma povera, dispersiva in alcuni punti e breve in altri. Per quanto abbia apprezzato  nell'insieme la storia di Federico e Jasper non mi è piaciuto il finale. Sono rimasta un po’ delusa (ma questo è un mio parere)
Detto ciò un bel 4 su 5 se lo merita.

Voto:





Estratto
Nonostante la sua mente avesse bisogno del dovuto riposo, per Federico rimettere in ordine la confusione che imperava incontrollata nei suoi pensieri era una priorità che non poteva né voleva ignorare. E del resto, anche se fosse riuscito a debellare quella marea di pensieri, gli sarebbe bastato volgere lo sguardo alla sua destra e scorgere quel corpo disteso accanto a lui per farli riesplodere incontrollati.
Rivolse il capo al soffitto osservando la lampada spenta prima di tornare per l’ennesima volta a fissare la radiosveglia sul comodino. Si accorse, con sconforto, che erano passati solo pochi minuti dall’ultima volta che aveva controllato l’ora. La notte era ancora lunga purtroppo.
Che diavolo ti è venuto in mente… Sospirò profondamente.
Si massaggiò le tempie, cercando di controllare il respiro che sentiva più veloce che mai. Ma cosa avrebbe potuto fare di diverso?
Una domanda che continuava a ripetersi come un disco rotto mentre si ritrovava di nuovo a fissare il soffitto della camera. Non riusciva ad accettare la sua stessa risposta, pronunciata solo poche ore prima davanti al ragazzo che si era ritrovato sulla soglia di casa.
La sorpresa nel trovarsi di fronte a quel volto – ammirato all’infinito davanti allo schermo del suo laptop o allo smartphone, fantasticando all’idea, un giorno, di poterlo presentare come il suo ragazzo ideale – era stata alimentata dal sorriso imbarazzato di lui, il quale era rimasto in silenzio.
Un sorriso che si rispecchiava in quell’espressione impacciata, mostrandosi capace di creare un magia alla quale Federico sapeva di non riuscire a sottrarsi come invece avrebbe dovuto.
Erano i suoi occhi dolci e comprensivi dello stesso colore delle nocciole?
I suoi folti capelli castani che tentavano di incutere, con quel taglio, un segno improbabile della sua ribellione?
Le sue labbra piene che con quel tono rosato riuscivano a stuzzicare le sue fantasie?
Cosa rendeva Jasper capace di mandare in frantumi la ferrea volontà che aveva, fino a poco prima, guidato i suoi passi e le sue azioni?
Gli occhi di Federico erano scivolati verso il basso, per osservare il borsone sorretto dalle sue mani arrossate; le stesse che più di una volta aveva visto sollevare per salutarlo al termine delle videochiamate settimanali. Mani dalle dita lunghe e affusolate, impreziosite dall’incarnato roseo sul quale spiccava un braccialetto d’argento.
«Ciao…» lo aveva salutato il ragazzo, cercando di vincere l’imbarazzo di quella situazione.
Il ricordo dell’incontro si spense sopraffatto dal mormorio del suo ospite che attirò l’attenzione di Federico. Vide lo stesso volto, immerso nel silenzio del sonno e sprofondato nel cuscino, voltarsi verso di lui.
«Finalmente Jasper è qui, accanto a me…» L’uomo sorrise allungando la mano verso di lui. «Quante volte ho sognato questo momento e ora…» le sue dita si fermarono a poca distanza da quel viso, «… ora tutto sembra terribilmente reale.»
La sua mano si ritrasse, scomparendo sotto le coperte. Una fuga che non avrebbe certo potuto replicare con altrettanta semplicità l’indomani. La quiete della notte, che tutto aveva ovattato attorno a lui sarebbe scomparsa, lasciandolo davanti a una decisione che non avrebbe potuto rinviare a lungo.
La notte porterà consiglio si disse, chiudendo gli occhi nella speranza che il buio potesse offrigli l’atteso riposo e con esso le risposte che desiderava.



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