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mercoledì 19 dicembre 2018

Recensione di 16 Ottobre 1943

Buongiorno a tutte care Sognatrici e buona settimana di Natale! Oggi la vostra Liz ha letto per voi un romanzo storico davvero duro e molto bello.

TITOLO: 16 ottobre 1943 (Damned Soldiers Series Vol. 1)
AUTORE: JD Hurt
PAGINE: 576
PREZZO 2.99€ formato ebook; 12.05€ cartaceo


SINOSSI:
La mia vita comincia a Roma in un elegante palazzo di fronte al Circo Massimo nel 1926, ma trova compimento il 16 ottobre del 1943 al Portico D’Ottavia, nel ghetto di Roma. Non scordatevi questa data. E’ il giorno in cui l’esistenza così come la conoscevo è terminata per sempre. E’ il giorno in cui l’anima di un’ebrea ha smarrito i confini nel vuoto denso di sangue di un nazista.
Io sono Dalia Algranati. Sono quell’ebrea. Lui è Christian Schlesinger. Ed è quel sangue.

La mia vita comincia nel 1924 fra i boschi della Baviera, viene spezzata sei anni dopo nello stesso luogo per poi frammentarsi ancora in Italia il sedici ottobre del 1943 al ghetto ebraico di Roma. Vorrei scordare questa data, ma non posso. E’ il giorno in cui la guerra del mondo è divenuta aspra battaglia nel mio corpo. E’ il giorno in cui il sangue di un’ebrea ha colmato di veleno le vene di un nazista.
Io sono quel nazista. Christian Schlesinger. E lei è il veleno. Dalia Algranati.





RECENSIONE:

Duro. Spigoloso. Crudele. Questi sono gli aggettivi che mi vengono in mente pensando a questa trama originale, tragica ma a suo modo anche piena di speranza.  Premetto di conoscere piuttosto bene l'argomento storico sottostante per ragioni familiari, e di essermi quindi accostata a questo romanzo con una certa curiosità. Non capivo come si potesse legare una storia d'amore a un periodo buio come quello dei rastrellamenti di ebrei nella città di Roma,  ed ero piuttosto intrigata. Quello che ho avuto in cambio è stato più di quanto mi aspettassi.  La trama che vediamo dipanarsi tra le pagine di questo romanzo, ha come sfondo il periodo probabilmente più drammatico della storia umana. I due protagonisti sono sui fronti opposti, un nazista e un'ebrea, i quali si trovano coinvolti in una relazione che sembra vivere di vita propria, senza che nessuno dei due possa far nulla per ostacolare l'attrazione che li spinge inesorabilmente l'uno verso l'altra. In questa smania, alla quale rispondo riluttanti, entrambi distruggeranno quello che sono, tutto ciò che credono di conoscere su se' stessi e sul mondo per morire, in certo qual modo, nelle loro identità predefinite e rinascere come qualcosa di completamente altro.  Nazista, ebreo. Dopotutto cosa significa? Ognuno è il risultato del proprio passato, e la sfida più grande è comprendere che le persone sotto le etichette possono compiere grandi scelte e fare grandi cambiamenti. Ed è quello che avviene a Dalia e Christian, attraverso lo svilupparsi di una passione carnale ineluttabile, che rade tutto al suolo prima di cominciare a ricostruire. Il sesso in questo romanzo non è un tenero atto che ha luogo su un prato inondato di sole.  Non aspettatevi fini metafore o giri di parole per descrivere quello che i due protagonisti fanno l'uno all'altra. Il sesso qui è spesso dolore, angoscia. Un'arma, quasi, da rivolgere contro colui che ci obbliga a sottostare alle regole della passione. Qui si tratta di carnalità nel vero senso della parola: ossa, sangue, fluidi. Il sesso spogliato di qualsiasi romanticheria per lasciarlo alla propria essenza più primitiva, selvaggia e distruttiva. Le descrizioni sono precise, scarne, molto esplicite.

Nota dell’autrice: Per il forte impatto emotivo delle vicende narrate che fanno riferimento ai terribili eventi accaduti durante la seconda guerra mondiale si consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole. Nel romanzo sono contenute scene violente e situazioni inquietanti che potrebbero turbare il lettore. 


Amore e odio, morte e rinascita, bisogno e rivalsa. Questo è un romanzo in cui la dualità occupa il posto d'onore e si concentra attorno alle figure dei due protagonisti che cominciano il loro viaggio dentro se' stessi come antipodi e che la storia, quella privata e quotidiana e quella con la S maiuscola, porta inesorabilmente ad avvicinarsi, fino a sovrapporsi e direi, alla fine, quasi fino a scambiare i ruoli. Chi è carnefice, chi è vittima? Chi è ebreo, chi assassino? 

Lo stile dell'autrice rispecchia la trama che racconta, mantenendosi conciso e privo di fronzoli o abbellimenti. La ricerca storica è chiaramente accurata (vi consiglio di non mancare di leggere l'appendice) e molto apprezzabile l'abilità di innestare personaggi di fantasia su eventi realmente accaduti e conosciuti da tutti, come il rastrellamento del getto di Roma o i processi di Norimberga. 

In conclusione non è un libro per deboli di cuore, ma se il vostro batte saldo nel petto, la vostra Liz non può che consigliarvi di leggerlo, con calma, e di rifletterci sopra.
Non ve ne pentirete.

Parola di Liz Bennet


VOTO FINALE: 5






















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