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mercoledì 27 novembre 2019

RECENSIONE DI YOLO di Clarissa Tornese

Buongiorno cari sognatori, oggi la vostra Liz ha letto per voi un romanzo davvero particolare. 

Titolo: YOLO
Autore: CLARISSA TORNESE
Genere: NARRATIVA CONTEMPORANEA
Casa Editrice: SELF PUBLISHED
Prezzo: 2,99 EBOOK -  12,90 CARTACEO 

CON PREFAZIONE DI LORENZO FARINA


SINOSSI:
«Sono stanca di essere sempre la sfigata della situazione! Quella che si fa male, quella che prende le inculate, quella che se c’è una fila viene superata, quella a cui danno il resto sbagliato e a cui fregano il parcheggio sotto il naso. Quella che, anche quando non c’è, è colpa sua se le cose vanno male. Sono da sempre la tipa che le prende, e forte anche! Sono, sono… ecco! Sono come gatto Silvestro, o Willy il Coyote, o come quello stupido di Paperino! Io nella vita per una volta, una volta soltanto, vorrei essere quel cazzo di Titti!»Yolo, you only live once; si vive una sola volta. Tra sbronze, incidenti stradali, arresti, serate ambigue e loschi maneggi con soggetti poco raccomandabili, Vicky movimenterà la sua vita fino al punto di capirne (o quanto meno ipotizzarne…) il vero valore.


RECENSIONE
Avete presente quei personaggi femminili impeccabili? Quelle protagoniste sempre perfette, truccate, decise al momento giusto ma dolci quando serve, carriera ben avviata, fidanzato da urlo, ricche e possibilmente bellissime? Ce le avete presente? Ecco, scordatevele. 
Ora, pensate a Bridget Jones. Poi moltiplicate per due. Ecco, bravi, adesso ancora per due. Fatto?
Ok bene, ora  avete un'idea vaga di chi sia Maria Vittoria Monterubbianese.
La sorella sfigata di Bridget.
Maria Vittoria si trova sullo spartiacque dei trent'anni e non ha niente che giri per il verso giusto. Esprime in pieno - e anche un po' più del dovuto - l'ansia di una intera generazione che si trova adulta a suon di PS4 e aperitivi con gli amici, e quando si rende conto che "ormai siamo diventati grandi" non sa più che pesci pigliare. Maria Vittoria si perde, ma non si perde un pochino, non sbaglia appena appena la strada. No, lei si perde in maniera spettacolare, eclatante. Va a nord mentre dovrebbe andare a sud e quando qualcuno glie lo fa notare, lei continua imperterrita ad andare a nord. Senza un vero motivo, senza una vera destinazione. Così. Perché di si. Come un po' tutti noi quando ci perdiamo, dovrà toccare davvero il fondo prima di decidersi a voltare le spalle al sentiero sbagliato e provare a fare qualche passo sulla via giusta. 
Questo romanzo è una specie di manifesto, di cartello a lettere grandi e verde brillante, al neon, che parla di un momento particolarmente difficile nella vita di tutti noi, quello che ruota intorno al diventare grandi. È una sfida difficile, a volte impossibile, dove riversiamo tutto il bagaglio che ci siamo portati dietro fino a quel momento e che dobbiamo superare, senza errori, con le nostre sole forze, per cominciare il prossimo capitolo della nostra vita. E quando non ci riusciamo? Be' diventiamo tutti un po' Maria Vittoria.
Cadiamo.
Ma per fortuna, ci rialziamo.

Clarissa Tornese ci racconta della "discento ad inferos" di Maria Vittoria con uno stile conciso e veloce, molto ironico, ricco di momenti divertenti e anche esilaranti. Qualche minuscolo refuso qua e là, che non toglie niente alla bellezza della lettura. 

Una menzione particolare per il personaggio della mamma della protagonista, che mi è sembrata davvero ben riuscita, incarnando alla perfezione secondo me la figura della donna che si trova, suo malgrado, in mezzo a una situazione che le va decisamente stretta, nella quale sa che dovrebbe comportarsi duramente con la figlia per aiutarla a riscuotersi dal suo torpore, ma che alla fine non lo fa, perché le vuole troppo bene per abbandonarla al proprio destino, nonostante questa sia probabilmente l'unica cosa sensata da fare per aiutare Maria Vittoria a crescere. Come praticamente tutte le mamme fanno.

Giudizio finale, 4 stelle e mezzo.
Ottimo lavoro davvero!

Alla prossima, la vostra
Liz Bennet

















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