L’arredatrice di Holles Street
di
Giulia Masini
1- Bio
Giulia Masini nasce a Lucca nel 1973. La sua passione per la scrittura inizia quando è poco più di una ragazzina con la scrittura di alcuni racconti che custodisce gelosamente fino a quando le viene voglia di riprenderne in mano alcuni per svilupparli in modo più articolato. Nel 1997 nasce il suo primo romanzo: L’Orlando Blu, che pubblica dicembre del 2015. Segue poi il secondo romanzo “Il Sigillo dei Kerrey”, storico ambientato nell’Irlanda della seconda metà dell’800 e “Maybelle Tentazione Proibita”. Tra luglio del 2018 e giugno 2019 dà vita alla serie “Macaron e una tazza di tè”, seguita da “Sandalo e menta” e “Ti detesto… Ma anche no!”. A febbraio del 2021 pubblica Dugan il Rosso e l’anno seguente “L’arredatrice di Holles Street.
2 – Genere/periodo storico: Romantico-Storico/età Vittoriana (autoconclusivo)
3 – Grado di sensualità: Basso
4 – Formato: ebook e cartaceo
5 – Editore: Autopubblicato
6 – Editing: Valeria Messina
7 – Data di pubblicazione: luglio 2022
8 – Pagine: 230 cartaceo
9 – Pagina Facebook: https://www.facebook.com/giuliaemmeautrice/
10 – Link Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0B5456NL4/ref
11 – Trama
Althea Medley è una arredatrice appassionata e creativa. Sa trattare con i commercianti e i clienti più esigenti, ma purtroppo non tutti si fidano dell’operato di una donna, soprattutto se ci sono di mezzo delle ristrutturazioni.
È il caso di Randel Denson, marchese di Brackley.
L’uomo ha bisogno di un arredatore che si occupi di ristrutturare e arredare un intero piano della sua abitazione e quando si ritrova davanti Althea non fa niente per nascondere le sue perplessità riguardo al fatto che sia lei a occuparsi dei lavori.
Althea, però, non può lasciarsi scappare quest’occasione: gli affari non stanno andando molto bene. Inoltre, è convinta che se farà un buon lavoro riuscirà ad abbattere i pregiudizi di una società che non ritiene una donna in grado di occuparsi completamente da sola di un’attività come la sua. Così, temendo che il marchese decida di non avvalersi del suo operato, prende l’insensata, quanto necessaria, decisione di far passare il suo assistente per il marito.
Il suo piano sembra andare per il meglio, ma non ha messo in conto il fascino tenebroso di lord Brackley e, meno che mai, l’interesse che l’uomo sembra nutrire per lei.
12 - Estratto
Althea si girò su se stessa e osservò il proprio riflesso sulla vetrina di un negozio. Oltre alla vistosa macchia sull’abito, ne aveva una anche su un lato del viso. «Oh!» esclamò.
«Prego!» replicò il marchese.
Anche se era un passo dietro di lei, nel riflesso sulla vetrina lord Brackley sembrava ugualmente un gigante, messo a suo confronto.
E affascinante, ammise, osservando l’immagine indefinita che le rimandava il vetro. Gli fece scorrere lo sguardo addosso, sulle spalle ampie, le gambe lunghe e dritte per risalire verso il volto. Il cilindro calcato in testa gli oscurava il viso, ma Althea non ebbe bisogno di incrociare il suo sguardo per capire che anche lui la stava fissando. Imbarazzata tornò a girarsi. I loro occhi si trovarono, e così come era accaduto al parco, rimasero incatenati, come se il tempo si fosse congelato e loro con lui.
13 – Curiosità
Althea è un personaggio che mi piace molto perché lotta per affermarsi in un lavoro che nel XIX secolo era una prerogativa degli uomini.
Il mestiere dell’arredatore di interni non esisteva come lo conosciamo oggi. Prima della rivoluzione industriale le persone che avevano bisogno di arredare casa (e di solito si trattava quasi esclusivamente di nobili o ricca borghesia) o lo facevano secondo il gusto personale, oppure si rivolgevano ai tappezzieri.
La figura dell’arredatore iniziò a formarsi e ad affermarsi con la rivoluzione industriale. Di solito si trattava di quegli architetti che con il rapido sviluppo della tecnologia del ferro come materiale da costruzione, erano stati spodestati dagli ingegneri. In ogni caso l’arredatore inteso come lavoro, era svolto sempre da uomini, mentre le donne poteva al massimo arredare la propria abitazione.
principalmente per due motivi:
– con il rapido sviluppo della tecnologia del ferro come materiale da costruzione, si fa avanti una nuova figura professionale, l’ingegnere, che invade, uno dopo l’altro, i campi che prima erano degli architetti. Questi ultimi furono così costretti ad “arrangiarsi” spostando il loro campo lavorativo sulla decorazione degli interni.
– che con la creazione delle prima macchine industriali per la produzione in serie i prezzi di costruzione si abbassarono notevolmente rendendo i prodotti industriali accessibili anche alle classi sociali meno ricche.
.Solo con la rivoluzione industriale iniziarono a formarsi figure professionali
Con la rivoluzione industriale e il rapido sviluppo della tecnologia del ferro come materiale da costruzione, si fa avanti una nuova figura professionale che invade, uno dopo l’altro, i campi che prima erano degli architetti. Questi ultimi furono così costretti ad “arrangiarsi” spostando il loro campo lavorativo sulla decorazione degli interni, favorita dalla creazione delle prima macchine industriali per la produzione in serie che abbassò i prezzi di costruzione rendendo i prodotti accessibili anche ai ceti sociali più bassi. Lacrescente , nacque così la figura dell’arredatore d’interni.
introdotte le prime macchine industriali che danno inizio a una produzione “in serie”
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