Cerca nel blog

mercoledì 5 aprile 2017

Oggi la nostra Anna ci presenta E. S. P. di Annalisa Rizzi

Trama: Una bambina, un uomo disperato.
Attorno a loro, un mistero che aspetta di essere svelato.
Dopo la morte di Mara, Andrea decide di trasferirsi in un minuscolo paese di mare assieme a sua figlia Bea, nella speranza che l'allontanamento da una casa pregna di ricordi possa aiutare la piccola a superare il dolore.
L'incontro con un bambino della stessa età di Bea e con la sua anziana nonna, però, stravolgerà profondamente le loro vite.
Cos'è accaduto trentaquattro anni prima? Chi è davvero Tony, e perché riesce a comunicare in una maniera tanto sorprendente?

Recensione: E.S.P. è un romanzo horror italiano ben riuscito. Sebbene la storia sia breve, l’autrice riesce a concentrare egregiamente gli eventi in pochi capitoli, rendendo il romanzo una lettura piacevole. L’ opera si apre con l’inizio di un nuovo capitolo per la famiglia di Andrea, o meglio, di ciò che ne rimane.
Da quando la malattia si era portata via Mara, due anni prima, tutto era stato tremendamente difficile. Aveva dovuto soffocare la disperazione per amore della loro bambina, perché il dolore non fosse insostenibile per lei.
Il soprannaturale è presente sin dal principio, ancor prima del trasferimento di Andrea e di sua figlia:
Andrea faticava ad ammetterlo a se stesso […] da un po’ di tempo a quella parte erano cominciate ad accadere cose piuttosto strane attorno a loro.
La storia viene narrata attraverso quattro punti di vista: quello di Andrea, Bea, Veronica e Alfredo, il giardiniere. Ognuno rivela dettagli fondamentali, permettendo al lettore di comporre pezzo dopo pezzo il puzzle della vicenda, comprendendone le sue dinamiche.
La sua voce le giungeva dritta al centro della sua mente senza che lui aprisse bocca […] Bea si accigliò. <<Come mai non parli?>> Il bambino sembrò pensarci su. Poi le rivolse uno sguardo afflitto. “Non lo so. Non lo so da tanto tempo.
Nonostante sia un horror, il lettore non deve aspettarsi da E.S.P. le classiche caratteristiche che si addicono a questo genere. Alla fine, nonostante la presenza di alcuni spiriti, il vero e unico mostro sarà solo uno: l’uomo.

Sapeva di essere malato. E sapeva che la sua malattia era nascosta nel punto più profondo della sua anima, nutrendosi di ciò che di più abietto esisteva al mondo.Sapeva che tutto era sbagliato e terribile. Ma quando il bisogno cresceva sino a urlargli dentro, non c’era consapevolezza che reggesse. Tutto passava in secondo piano. Tutto. Persino il disgusto per se stesso non aveva più importanza.

Voto: 5 su 5

Nessun commento:

Posta un commento