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lunedì 1 maggio 2017

Un imprevisto chiamato amore
Anna Premoli

Buongiorno sognatori!
La nostra recensionista Josephine March ci parla dell'ultimo romanzo di Anna Premoli, Un imprevisto chiamato amore.
  
Edizione: Newton Compton Edizioni

Opere precedenti: Ti prego lasciati odiare

Trama: Jordan ha collezionato una serie di esperienze disastrose con gli uomini. Consapevole di avere una sola caratteristica positiva dalla sua ovvero una bellezza appariscente e indiscutibile, è appena arrivata a New York intenzionata a realizzare il suo geniale piano. Il primo vero progetto della sua vita, finora disorganizzata: sposare un medico di successo. Jordan ha studiato la questione in tutte le possibili sfaccettature e, preoccupata per le spese da sostenere a causa della malattia della madre, si è convinta di poter essere la perfetta terza moglie di un ricco primario piuttosto avanti con gli anni. Ma nel piano non aveva certo previsto che, il primo giorno di lavoro nella caffetteria di fronte all'ospedale, sarebbe svenuta ai piedi del dottor Rory Pittman. Ancora specializzando, per niente ricco, molto esigente e tutt'altro che adatto per raggiungere il suo obiettivo...

Recensione: Leggevo il libro e sorridevo man mano che la storia si snocciolava, mi sembrava di vedere i due protagonisti lì davanti a me: entrambi bellissimi e disincantati.
Jordan Walsh è l'antitesi dell'eroina romantica, giovane e bellissima, senza titoli di studi degni da farle trovare un lavoro adeguato, inizia a lavorare come cameriera in una caffetteria presso il
Presbyterian con lo scopo di trovare un marito ricco e medico affermato in modo da poter curare sua madre affetta d'Alzheimer...

Per la legge dei grandi numeri, prima o poi ero destinata a incontrare un chirurgo sulla cinquantina o anche sessantna, che fosse alla ricerca di una seconda, terza o quarta moglie, no?La parola magica è “moglie”, perché nella mia vita ho rivestito il ruolo di soggetto non meglio identificato, ragazza, fidanzata e amante  di uomini con più o meno capacità. Meno che più se vogliamo proprio essere sinceri. Ed ero stufa marcia. Marcia come la mela di Biancaneve, con cui per mia sfortuna non condivido alcun tipo di somiglianza: di principi azzurri, sempre che esistano, dalle mie parti se ne sono visti gran pochi.
È alquanto cinica e scanzonata Jordan che è cosciente dei suoi limiti, pensa di essere stata dotata dalla natura solo della bellezza e non dell'intelligenza, e sa che la bellezza in quanto tale prima o poi sparirà ecco perchè deve darsi da fare al più presto per cercarsi un marito ricco. Ma non fa i conti con il destino che sotto forma di una peritonite la mette sulla strada del dottor Rory Pittman, uno specializzando squattrinato ma... bellissimo ed altrettanto disincantato nei confronti della vita.
Ne viene fuori una storia frizzante, all'insegna dell'ironia che da sempre contraddistingue la Premoli.

«Mi chiami Jordan, la prego. Quando dice signorina Walsh, mi viene da pensare a mia madre».
«Signorina e non signora?», chiede con tono cortese.
«Esattamente quello che ho detto. Sono drogata, non pazza», ci tengo a informarlo.
«Mai sospettato che fosse pazza».
«Ah, no.Lo ha pensato. Quando ho detto che sto per sposarmi ma non ho un fidanzato»
, gli ricordo. Non so bene perché stia portando avanti una simile conversazione con un uomo che mi ha appena salvato la vita.


Sbaglia chi dice che il libro è deludente, non ha saputo leggere tra le righe il messaggio ironico che ci sta dando l'autrice. Jordan è un'antieroina che, malgrado tutti suoi progetti, si ritroverà ad avere una dignità di donna, inizierà ad avere autostima e alla fine deciderà che forse è meglio seguire la voce del cuore e non quella della ragione, realizzandosi sia professionalmente che sentimentalmente.
Il dottor Pittman, dal canto suo, avrà anch'egli una bella lezione dal destino trovando proprio in Jordan, che rappresenta per lui il tipo di donna che ha sempre disprezzato, l'arrampicatrice sociale, l'aspirante moglie trofeo, il suo vero amore. Il dottor Pittman scoprirà molto presto che dovrà guardare oltre l'apparenze e quella che lui aveva sempre visto come una donna seria e in carriera si dimostrerà essere invece un'aspirante moglie trofeo...
Il messaggio ironico che si coglie è ben chiaro: non bisogna mai fermarsi alle apparenze, etichettando delle persone con giudizi banali e saccenti, bisogna sempre  aver fiducia in sé stessi cercando di migliorarsi e crescere.

È stata una lettura piacevolmente rilassante e simpatica, la consiglio per questi lunghi weekend di feste.


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