Elide Ceragioli
Buon pomeriggio cari lettori, oggi abbiamo il piacere di presentarvi l'autrice di Fuori dalla tela del ragno ( https://ilmondodellesognatrici.blogspot.it/2017/04/fuori-dalla-tela-del-ragno-titolo-fuori.html).
1.
Il percorso di ogni scrittore è diverso
dagli altri. Quando è nata l'idea di scrivere? Com'è stato il tuo percorso fino
ad ora?
Sono
una lettrice accanita da sempre (ho cominciato a leggere a 4 anni) e la
passione per la scrittura fa parte di me. Ho pubblicato il mio primo libro, “Cristiana a modo mio”, a poco più di 20
anni, nel 1978, poi c’è stato un lungo periodo di sospensione con il
matrimonio, la laurea, la specializzazione, i figli… Ho ripreso scrivendo
favole per i miei bambini, poi, dal 2000 ho iniziato a scrivere racconti per
adulti e alcuni di questi sono diventati romanzi. Ad oggi ho pubblicato 2
raccolte di racconti, un racconto illustrato, 8 romanzi: alcuni storici e una
serie di 4 giallo-polizieschi.
2.
Come ti definiresti come scrittrice? Da
cosa ti lasci ispirare?
Forse
potrei definirmi scrittrice per natura, perché il mettere su carta le storie
che mi sgorgano dentro è un fatto connaturato alla mia persona da sempre:
scrivo perché è un’esigenza vitale, come mangiare, respirare, camminare… se non
scrivo non vivo.
Ogni
storia che scrivo nasce da un incontro, quasi sempre fortuito, o da
un’esperienza vissuta, anche se poi la fantasia lo trasforma in una vicenda
apparentemente senza riferimenti all’evento originario.
3.
Abbiamo parlato della Elide scrittrice, ora
vorremmo sapere qualcosa sulla Elide di tutti i giorni. Diventare scrittrice ti
ha in qualche modo cambiato?
Sono
moglie da 35 anni, mamma di due figli (ormai grandi); di professione faccio il
medico neuropsichiatra infantile, occupo il tempo libero in attività di
volontariato con mio marito e, per passione, scrivo… da sempre, anche se mi
sono dedicata a racconti e romanzi solo negli ultimi vent’anni.
Non
posso dire che il diventare scrittrice mi abbia cambiata in quanto mi sento
scrittrice da sempre. Lo scrivere fa parte di me, ad un certo punto è diventato
una necessità impellente, un’esigenza irrinunciabile di raccontare. Più che
cambiarmi i miei libri mi hanno aiutata a rafforzare legami, stringere
amicizie, conoscenze, relazioni umane.
4.
Come hai vissuto la ricerca di una casa
editrice? È stato difficile? Cosa consiglieresti agli aspiranti scrittori?
Purtroppo
in modo sicuramente difficoltoso. Ho mandato i miei manoscritti (soprattutto i
primi) a molti editori. Solo da una piccola parte ho avuto risposte e tra
queste molte solo di pubblicazione a pagamento con condizioni assolutamente
inaccettabili, addirittura vergognose.
Ho
fatto esperienze con alcuni tra quelli che mi hanno fatto delle proposte
editoriali accettabili, almeno sulla carta, ma con tutti distribuzione e
promozione si sono dimostrate scarse e poco efficaci.
Ora
ho tentato la strada dell’autopubblicazione: è troppo presto per valutare se
possa essere una strada migliore per un esordiente.
Non
penso di aver consigli da dare su questo fronte agli aspiranti autori se non
quello di credere comunque in se stessi, ma senza farsi illusioni di successo,
per evitare delusioni cocenti.
5.
Parliamo di "Fuori dalla tela del ragno":
come è nata l'idea di questa serie poliziesca?
Dopo
tanti racconti di genere ed ambientazione diversi, mi sono cimentata con due
romanzi storici: “La libertà delle foglie morte” (Berlino, 1935, leggi
razziali) e “Il falco e il falcone”, (Medio Evo, Ruggero da Flor, templari,
bacino mediterraneo, secolo XIII). Lavori che mi hanno dato tante
soddisfazioni, ma molto impegnativi, soprattutto per la ricerca e la
documentazione necessarie. Il secondo in particolare, un po’ di impegno lo
chiede anche al lettore.
Volevo offrire ai miei lettori
qualcosa di piacevole, interessante e positivo, ma che fosse meno impegnativo
per me nella ricerca documentale e accessibile ad un pubblico ampio. Da
divoratrice di gialli ho pensato che un romanzo poliziesco fosse la proposta
giusta. Ero giovane all’epoca del “mostro di Firenze”, quando avevano
ipotizzato di costituire una super-squadra per indagare sui delitti del mostro,
ma nella realtà è rimasta solo un’idea… allora ho deciso che “La Squadra” la
inventavo io. In “Non sai mai chi puoi incontrare” la squadra si forma, proprio
a Firenze e compie la sua prima grande indagine. Continuerà ad operare nei tre
romanzi successivi. “Fuori dalla tela del ragno” è l’ultimo episodio: un’indagine
complessa, conclusa in modo brillante come sempre, ma con uno sviluppo inatteso
e svolte decisive nella vita degli ispettori protagonisti. La Squadra si
scioglie, ma lasciando aperta la porta ad una nuova serie di avventure e
indagini.
6.
Secondo la tua opinione, quali sono gli
aspetti da curare maggiormente in un libro, oltre alla storia in sé?
Un libro di narrativa deve
essere un piacere per il lettore, di conseguenza lo scrittore deve evitare di
annoiarlo o di indisporlo. La storia deve essere interessante e accattivante in
sé, ma anche narrata con un linguaggio semplice, ma vivace, adatto al contenuto
(un romanzo storico non può avere lo stesso linguaggio di un giallo-poliziesco
o di un romanzo rosa) e adeguato alla tipologia di lettori cui ci si rivolge.
Si deve poi avere molta cura nella struttura della narrazione, nella coerenza
dei fatti narrati e nella correttezza grammaticale, sintattica e lessicale. Un
aiuto indispensabile ed insostituibile, per quest’ultima parte, è quello
fornito dall’editor, se lavora con serietà e competenza in vera sinergia con
l’autore.
7.
Quali generi letterari prediligi sia dal
punto di vista del lettore che dello scrittore? Quali invece, a tuo parere,
presentano più limiti?
Come
lettrice sono onnivora anche se i generi che più mi attraggono sono il giallo,
lo storico e la saggistica di argomento storico.
Forse
i generi più “limitati” sono la poesia da un lato e il saggio socio-politico
dall’altro, non perché non abbiano valore letterario in sé, ma perché più
impegnativi, di conseguenza con un numero di lettori interessati molto
selezionato.
8.
Nel tuo ultimo libro viene trattato un tema
attuale, quello del femminicidio. In che circostanze hai deciso di introdurre
questa tematica? Cosa ne pensi dell'incremento della violenza sulle donne in Italia?
Non
mi pare che nel mio romanzo il femminicidio abbia un ruolo predominante. Le
vittime del colpevole di turno sono tutti maschi, anche se il movente è, di
fatto, un così detto femminicidio, neologismo che non amo troppo perché spesso
strumentale.
Analizzando
le statistiche ufficiali non mi pare che ci sia un incremento della violenza
omicida in Italia, anzi c’è un calo sensibile negli ultimi decenni e il
rapporto tra le vittime maschili e femminili non è variato significativamente.
Mi pare che ci sia piuttosto un aumentato interesse dei media su questo
argomento a volte forse anche morboso. Non so quanto questo interesse sia
veramente ispirato da una volontà sincera di difendere le donne dalla violenza
o non piuttosto, spesso, strumentale e incentivato dalla necessità di generare
ascolto… A me interessa molto di più la difesa, la promozione, il sostegno e la
valorizzazione delle persone, in particolare di chi è più debole: bambini,
anziani, malati, disabili, fragili, indifesi o feriti in
ogni senso, indipendentemente dal sesso.
9.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Parlerai ancora di questa Squadra?
Ho
appena terminato un romanzo storico di ambientazione medioevale, secolo XII in
Germania, con protagonista Ildegarda di Bingen. Coniugando il rigore della
documentazione storica ed i fatti partoriti dalla fantasia ho dato alla
narrazione una pennellata di giallo per creare un po’ suspense e un pizzico di
patos: vedremo se questo mix piacerà ai lettori.
Con “Fuori dalla tela del ragno” LA SQUADRA finisce, ma alcuni dei sui elementi (Carlo, Gabriella e non solo…) torneranno ad essere protagonisti di nuove indagini, insieme a nuovi colleghi. Nascerà una SQUADRA-2? È possibile, anzi… ci sto lavorando.
Con “Fuori dalla tela del ragno” LA SQUADRA finisce, ma alcuni dei sui elementi (Carlo, Gabriella e non solo…) torneranno ad essere protagonisti di nuove indagini, insieme a nuovi colleghi. Nascerà una SQUADRA-2? È possibile, anzi… ci sto lavorando.
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