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venerdì 26 maggio 2017

Elide Ceragioli

Buon pomeriggio cari lettori, oggi abbiamo il piacere di presentarvi l'autrice di Fuori dalla tela del ragno ( https://ilmondodellesognatrici.blogspot.it/2017/04/fuori-dalla-tela-del-ragno-titolo-fuori.html).
    1.      Il percorso di ogni scrittore è diverso dagli altri. Quando è nata l'idea di scrivere? Com'è stato il tuo percorso fino ad ora?
Sono una lettrice accanita da sempre (ho cominciato a leggere a 4 anni) e la passione per la scrittura fa parte di me. Ho pubblicato il mio primo libro, “Cristiana a modo mio”, a poco più di 20 anni, nel 1978, poi c’è stato un lungo periodo di sospensione con il matrimonio, la laurea, la specializzazione, i figli… Ho ripreso scrivendo favole per i miei bambini, poi, dal 2000 ho iniziato a scrivere racconti per adulti e alcuni di questi sono diventati romanzi. Ad oggi ho pubblicato 2 raccolte di racconti, un racconto illustrato, 8 romanzi: alcuni storici e una serie di 4 giallo-polizieschi.
                                                                                                                                
2.      Come ti definiresti come scrittrice? Da cosa ti lasci ispirare?
Forse potrei definirmi scrittrice per natura, perché il mettere su carta le storie che mi sgorgano dentro è un fatto connaturato alla mia persona da sempre: scrivo perché è un’esigenza vitale, come mangiare, respirare, camminare… se non scrivo non vivo.
Ogni storia che scrivo nasce da un incontro, quasi sempre fortuito, o da un’esperienza vissuta, anche se poi la fantasia lo trasforma in una vicenda apparentemente senza riferimenti all’evento originario.

3.      Abbiamo parlato della Elide scrittrice, ora vorremmo sapere qualcosa sulla Elide di tutti i giorni. Diventare scrittrice ti ha in qualche modo cambiato?
Sono moglie da 35 anni, mamma di due figli (ormai grandi); di professione faccio il medico neuropsichiatra infantile, occupo il tempo libero in attività di volontariato con mio marito e, per passione, scrivo… da sempre, anche se mi sono dedicata a racconti e romanzi solo negli ultimi vent’anni.
Non posso dire che il diventare scrittrice mi abbia cambiata in quanto mi sento scrittrice da sempre. Lo scrivere fa parte di me, ad un certo punto è diventato una necessità impellente, un’esigenza irrinunciabile di raccontare. Più che cambiarmi i miei libri mi hanno aiutata a rafforzare legami, stringere amicizie, conoscenze, relazioni umane.

4.      Come hai vissuto la ricerca di una casa editrice? È stato difficile? Cosa consiglieresti agli aspiranti scrittori?
Purtroppo in modo sicuramente difficoltoso. Ho mandato i miei manoscritti (soprattutto i primi) a molti editori. Solo da una piccola parte ho avuto risposte e tra queste molte solo di pubblicazione a pagamento con condizioni assolutamente inaccettabili, addirittura vergognose.
Ho fatto esperienze con alcuni tra quelli che mi hanno fatto delle proposte editoriali accettabili, almeno sulla carta, ma con tutti distribuzione e promozione si sono dimostrate scarse e poco efficaci.
Ora ho tentato la strada dell’autopubblicazione: è troppo presto per valutare se possa essere una strada migliore per un esordiente.
Non penso di aver consigli da dare su questo fronte agli aspiranti autori se non quello di credere comunque in se stessi, ma senza farsi illusioni di successo, per evitare delusioni cocenti.

5.      Parliamo di "Fuori dalla tela del ragno": come è nata l'idea di questa serie poliziesca?
Dopo tanti racconti di genere ed ambientazione diversi, mi sono cimentata con due romanzi storici: “La libertà delle foglie morte” (Berlino, 1935, leggi razziali) e “Il falco e il falcone”, (Medio Evo, Ruggero da Flor, templari, bacino mediterraneo, secolo XIII). Lavori che mi hanno dato tante soddisfazioni, ma molto impegnativi, soprattutto per la ricerca e la documentazione necessarie. Il secondo in particolare, un po’ di impegno lo chiede anche al lettore.
Volevo offrire ai miei lettori qualcosa di piacevole, interessante e positivo, ma che fosse meno impegnativo per me nella ricerca documentale e accessibile ad un pubblico ampio. Da divoratrice di gialli ho pensato che un romanzo poliziesco fosse la proposta giusta. Ero giovane all’epoca del “mostro di Firenze”, quando avevano ipotizzato di costituire una super-squadra per indagare sui delitti del mostro, ma nella realtà è rimasta solo un’idea… allora ho deciso che “La Squadra” la inventavo io. In “Non sai mai chi puoi incontrare” la squadra si forma, proprio a Firenze e compie la sua prima grande indagine. Continuerà ad operare nei tre romanzi successivi. “Fuori dalla tela del ragno” è l’ultimo episodio: un’indagine complessa, conclusa in modo brillante come sempre, ma con uno sviluppo inatteso e svolte decisive nella vita degli ispettori protagonisti. La Squadra si scioglie, ma lasciando aperta la porta ad una nuova serie di avventure e indagini.

6.      Secondo la tua opinione, quali sono gli aspetti da curare maggiormente in un libro, oltre alla storia in sé?
Un libro di narrativa deve essere un piacere per il lettore, di conseguenza lo scrittore deve evitare di annoiarlo o di indisporlo. La storia deve essere interessante e accattivante in sé, ma anche narrata con un linguaggio semplice, ma vivace, adatto al contenuto (un romanzo storico non può avere lo stesso linguaggio di un giallo-poliziesco o di un romanzo rosa) e adeguato alla tipologia di lettori cui ci si rivolge. Si deve poi avere molta cura nella struttura della narrazione, nella coerenza dei fatti narrati e nella correttezza grammaticale, sintattica e lessicale. Un aiuto indispensabile ed insostituibile, per quest’ultima parte, è quello fornito dall’editor, se lavora con serietà e competenza in vera sinergia con l’autore.

7.      Quali generi letterari prediligi sia dal punto di vista del lettore che dello scrittore? Quali invece, a tuo parere, presentano più limiti?
Come lettrice sono onnivora anche se i generi che più mi attraggono sono il giallo, lo storico e la saggistica di argomento storico.
Forse i generi più “limitati” sono la poesia da un lato e il saggio socio-politico dall’altro, non perché non abbiano valore letterario in sé, ma perché più impegnativi, di conseguenza con un numero di lettori interessati molto selezionato.

8.      Nel tuo ultimo libro viene trattato un tema attuale, quello del femminicidio. In che circostanze hai deciso di introdurre questa tematica? Cosa ne pensi dell'incremento della violenza sulle donne in Italia?
Non mi pare che nel mio romanzo il femminicidio abbia un ruolo predominante. Le vittime del colpevole di turno sono tutti maschi, anche se il movente è, di fatto, un così detto femminicidio, neologismo che non amo troppo perché spesso strumentale.
Analizzando le statistiche ufficiali non mi pare che ci sia un incremento della violenza omicida in Italia, anzi c’è un calo sensibile negli ultimi decenni e il rapporto tra le vittime maschili e femminili non è variato significativamente. Mi pare che ci sia piuttosto un aumentato interesse dei media su questo argomento a volte forse anche morboso. Non so quanto questo interesse sia veramente ispirato da una volontà sincera di difendere le donne dalla violenza o non piuttosto, spesso, strumentale e incentivato dalla necessità di generare ascolto… A me interessa molto di più la difesa, la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle persone, in particolare di chi è più debole: bambini, anziani, malati, disabili, fragili, indifesi o feriti in ogni senso, indipendentemente dal sesso.

9.      Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Parlerai ancora di questa Squadra?
Ho appena terminato un romanzo storico di ambientazione medioevale, secolo XII in Germania, con protagonista Ildegarda di Bingen. Coniugando il rigore della documentazione storica ed i fatti partoriti dalla fantasia ho dato alla narrazione una pennellata di giallo per creare un po’ suspense e un pizzico di patos: vedremo se questo mix piacerà ai lettori.
Con “Fuori dalla tela del ragno” LA SQUADRA finisce, ma alcuni dei sui elementi (Carlo, Gabriella e non solo…) torneranno ad essere protagonisti di nuove indagini, insieme a nuovi colleghi. Nascerà una SQUADRA-2? È possibile, anzi… ci sto lavorando.




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