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martedì 13 novembre 2018

Segnalazione 16 ottobre 1943 - di JD Hurt








Buongiorno a tutte, care lettrici,
oggi la vostra Liz vi segnala in uscita il 30 novembre un libro che sembra proprio avere tutte le carte in regola per lasciare un segno indelebile in tutte noi.

Si tratta di 16 ottobre 1943, di JD Hurt, volume che fa parte della Damned Soldier Series


BIOGRAFIA DELL'AUTRICE:
Jd Hurt è l’alter ego di Elena. Ogni tanto si diletta a scrivere poesie e dark romance; è laureata in
giurisprudenza, ma fa tutt’altro nella vita. Ama il rock in tutte le sue sfumature; adora il cinema
indipendente e gli scrittori maledetti. 16 ottobre 1943 è il primo volume della Damned Soldiers
Series. Oltre la Damned Soldiers Series ha pubblicato la Mafia Men Series, la Dark Necessities
Series e il thriller Oltre il Bene.


SCHEDA DEL LIBRO:
Titolo: 16 ottobre 1943. Damned Soldiers Series.
Editore: self published
Pagine: 576
Costo e-book: 0,99 centesimi
Costo cartaceo: 12, 35 euro






SINOSSI

La mia vita comincia a Roma in un elegante palazzo di fronte al Circo Massimo nel 1926, ma trova
compimento il 16 ottobre del 1943 al Portico D’Ottavia, nel ghetto di Roma. Non scordatevi questa
data. E’ il giorno in cui l’esistenza così come la conoscevo è terminata per sempre. E’ il giorno in
cui l’anima di un’ebrea ha smarrito i confini nel vuoto denso di sangue di un nazista.
Io sono Dalia Algranati. Sono quell’ebrea. Lui è Christian Shlesinger. Ed è quel sangue.

La mia vita comincia nel 1924 fra i boschi della Baviera, viene spezzata sei anni dopo nello stesso
luogo per poi frammentarsi ancora in Italia il sedici ottobre del 1943 al ghetto ebraico di Roma.
Vorrei scordare questa data, ma non posso. E’ il giorno in cui la guerra del mondo è divenuta aspra
battaglia nel mio corpo. E’ il giorno in cui il sangue di un’ebrea ha colmato di veleno le vene di un
nazista.
Io sono quel nazista. Christian Shlesinger. E lei è il veleno. Dalia Algranati.

Nota dell’autrice: “Sedici Ottobre 1943” è un historical dark romance autoconclusivo che narra la
storia di Dalia. Fa parte della “Damned Soldiers Series”. Per il forte impatto emotivo delle vicende
narrate che fanno riferimento ai terribili eventi accaduti durante la seconda guerra mondiale si
consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole. Nel romanzo sono contenute scene violente
e situazioni inquietanti che potrebbero turbare il lettore.



ESTRATTO:

POV di Dalia
Freddo.
E’ quello che sento.
Paura.
E’ ciò che mi piega.
Pietà.
E’ il sentimento che dovrei implorare.
Il diavolo.
Ho di fronte a me il diavolo.
I suoi artigli fra i capelli.
Gli occhi punte di ghiaccio che frugano corpo e anima.
I lombi ferri roventi a pronti a scavare il mio grembo.
Se avessi pietà di me stessa rispetterei la mia paura, curerei il mio gelo e tratterei col diavolo.
Lo pregherei di esercitare il potere attraverso la compassione.
Ma la vera clemenza è non dover chiedere mai per favore ad un nazista; una vita da
inginocchiata è come un ergastolo. Peggio della morte. La morte è libertà, la vera pietà. E freddo e
fiamme sono solo fenomeni naturali che dobbiamo accettare. Anche se ci devastano.
“Uccidimi” affermo forte e chiara. “Uccidimi. Poi porta via il corpo, gettalo nel Tevere
affinché Joele non lo veda. Questa è l’unica forma di implorazione che posso rivolgerti”.

POV di Christian
Tutti abbiamo dei segreti che teniamo nascosti al resto del mondo: relazioni clandestine,
amicizie scelte per opportunismo e non davvero sentite. Ma il segreto peggiore sono le nostre
pulsioni ossessive. I segreti più pericolosi da celare sono quelli che nascondiamo persino a noi
stessi.
Ogni notte torno al ghetto. Non so perché lo faccio. So solo che quando scatta il coprifuoco e il
buio avvolge le case di pietra degli Ebrei mi precipito in quei vicoli, siedo sui gradini del
Portonaccio dove ho conosciuto Joele. Attendo l’alba.
Nessuno è a conoscenza di questa mia follia a parte Kartmann. Lui non mi giudica. Dopo avere
scopato da qualche parte con un’amante segreta che non intende presentarmi mi segue nelle mie
scorribande. In un certo senso mi fa compagnia: blatera di fica, principi nazisti e bevute colossali.
Oppure alterna quella sua strana filosofia sanguinaria a massime ancestrali dal sapore malinconico.
L’altra notte, mentre passeggiavamo per il Portico d’Ottavia, ha intessuto uno dei suoi soliti
discorsi che non sai mai se sono soliloqui o bordate alla tua coscienza.


Non credo di sbagliarmi se dico fin d'ora che varrà la pena di attendere l'uscita di questo lavoro che si preannuncia, a mio parere, davvero interessante e coinvolgente.


A presto!
Liz Bennet


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