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domenica 8 settembre 2019

Recensione "La guerra del Vietnam non è mai esistita, ma l'11 settembre sì di Pierluca Parise




Pierluca Parise ha 29 anni, laureato in Giurisprudenza, è il giovane scrittore esordiente molto umile ed educato di cui vogliamo parlare oggi.

Conosciamolo meglio...

Di lui sappiamo che nutre da sempre una forte passione per il cinema tanto che essa lo ha portato a leggere e a scrivere di cinematografia nel corso degli anni.
Lo scorso luglio ha pubblicato, tramite StreetLib, il suo primo libro, dal titolo "La guerra del Vietnam non è mai esistita, ma l'11 settembre sì, in cui ci spiega in maniera molto avvincente in che modo gli eventi tragici del terzo millennio (11 settembre per primo) abbiano condizionato il cinema e i registi contemporanei.






  • Formato: Formato Kindle 
  • Prezzo: ebook 5,99 cartaceo copertina flessibile 19,71
  • Dimensioni file: 2202 KB
  • Lunghezza stampa: 333 
  • Editore: Pierluca Parise (2 luglio 2019)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano







 Sinossi:

"La stagione del postmoderno è terminata. Gli eventi tragici del terzo millennio, dall’attentato dell’11 settembre alla crisi finanziaria, dalle guerre in Medio Oriente ai drammi dell’immigrazione, hanno cambiato sensibilmente il nostro quotidiano e la nostra visione del mondo, costringendoci a un riordino delle idee ed esigendo l’avvento di una nuova modernità. In che modo il cinema ha recepito e sta recependo i cambiamenti a cui è stata soggetta la stessa società occidentale negli ultimi anni? Come si sostanzia nelle opere dei registi contemporanei il rigetto della filosofia postmoderna, che predicava la fine della storia e l’affermazione di una società liquida, e il conseguente avvicinamento a una nuova condizione, neomoderna, che pone la ragione e la verità nuovamente al centro del discorso? Perché l’attacco alle Torri Gemelle di New York nel 2001 costituisce lo spartiacque tra postmoderno e neomoderno? A partire da queste domande, nasce e si sviluppa l’analisi dell’Autore, il cui valore risiede nella sua possibilità di lettura multipla e trasversale; cinematografica in primis, ma anche culturale, geopolitica e storica. Il percorso tracciato lungo il cinema del terzo millennio diventa allora un’occasione per comprendere lo spirito del mondo contemporaneo, in cui l’immagine sullo schermo si fa carico di una nuova morale ed è veicolo di contenuti sociali e politici".



La mia opinione:

Il cinema spesso è lo specchio della società, così come i cambiamenti che riguardano la nostra società si ripercuotono in tutte le arti. 

Il libro di Parise ha la capacità di analizzare cinema e società con lo stesso sguardo, di vedere questi due lati di una stessa medaglia sovrapponendoli e mantenendoli autonomi allo stesso tempo. Si coglie subito la passione e lo studio approfondito dell'autore che riesce ad attingere da bacini culturali diversi: la filosofia, il cinema, l'economia, la sociologia e la psicologia. 
Il linguaggio è scorrevole ma ricercato, i ragionamenti sul cinema e sulla società occidentale mantengono sempre attivo e interessato il lettore. Potrebbe essere un libro consigliato in un corso universitario per le competenze espresse ma risulta facilmente leggibile anche da chi non è esperto di cinema. Il segreto di questa doppia anima del libro risiede nella chiarezza espositiva e nell'approfondimento delle tematiche affrontate. Come mai il cinema fino all'inizio del nuovo millennio poteva essere definito postmoderno e dopo l'attentato alle Torri Gemelle necessita di una nuova definizione? 
Come si caratterizza il cinema postmoderno e in cosa differisce da quello neomoderno? 
Come il 2001 e il terrorismo hanno cambiato la nostra società e la percezione di cosa sia davvero importante? Questi sono gli interrogativi che il libro affronta: per farlo non si può che avere un'ottica multidimensionale e si scopre che riflettendo sul cinema si capisce qualcosa in più sulla nostra società. Consigliato vivamente a chi cerca un buon libro.
☁☁☁☁ Gaetano I.



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