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mercoledì 29 marzo 2017

Buongiorno sognatori e sognatrici, la nostra Anna oggi ci espone il suo giudizio su questo dolce romanzo

Titolo: Amore, zucchero e caffè

Autrice: Daniela Sacerdoti

Edizione: Newton Compton Editori

Romanzi precedenti: Se stiamo insieme ci sarà un perchè

Trama: Il matrimonio di Margherita sta andando a rotoli. Rimanere incinta dopo averci proato per tanto tempo è stata una grande sorpresa... ma non per suo marito. Si rende conto che lui per lei non c'è e decide di prendersi del tempo per se stessa. Lascia Londra per Glen Avich, il posto in cui sua madre e il patrigno gestiscono un caffè. Ha bisogno di riallacciare il rapporto con la figlia Lara e dare una svolta alla propria vita. Glen Avich può avere uno strano effetto sulle persone...presto Margherita si ritroverà di fronte ad una scelta, cosa sceglierà?.

Autrice recensione: Anna

Recensione: Il lavoro di Daniela Sacerdoti è stato quello di tessere una storia –a mio dire molto ben riuscita- intrecciando tre elementi fondamentali: amorezucchero caffè.
 Il romanzo non tratta una semplice storia d’amore, bensì tocca tematiche importanti quali lo sradicamento ed il concetto di essere donna e madre, abbandonando ogni tipo di stereotipo. A precedere il racconto vi è un breve prologo nel quale viene trattato il tema dello sradicamento forzato dei soldati nella prima guerra mondiale dalla loro terra natia: Glen Avich. Il prologo presenta il punto di vista di un giovane uomo, vittima dello sradicamento forzato da casa e affetti e, in un secondo tempo delle atrocità della guerra:

 <<Poco sapevamo […] di cosa si prova nel vedere uomini grandi e grossi piangere e invocare le proprie madri>>

Questa breve introduzione oltre a descrivere la paura e l’incertezza della partenza, fa trapelare la dignità dei soldati...

<<Rimanemmo uniti noi uomini di Glen Avich, fingendo di non curarci del destino che ci attendeva, fingendo di non aver paura della guerra>>

... e la consapevolezza della fine di un capitolo della loro vita 

<<Molti di noi non si erano mai spinti più in là del villaggio accanto […]>>

Gli stessi sentimenti, sebbene in un diverso ambito, vengono provati in prima persona dalla protagonista, una donna anglo-italiana: Margherita (questo è il suo nome) dopo aver realizzato la conclusione di un capitolo della sua vita, costringe se stessa ad uno sradicamento dalla sua casa e dalla sua città,  poiché ciò che prima le era familiare d’un tratto diventa estraneo e ostile. 
Margherita rappresenta la classica idea di madre: è una donna devota alla famiglia e, in particolar modo, ai figli, caratterizzata da un amore incondizionato nei loro confronti. Sebbene Margherita rappresenti il classico stereotipo di madre devota, il lettore si accorgerà presto che l’obbiettivo dell’autrice è di sfatare questo mito, mettendo a confronto diverse figure femminili nel corso del racconto: da un lato vediamo Margherita e sua madre, delle madri per eccellenza, punti di riferimento per i figli; dall’altro la madre del marito della protagonista e quella di Lord Ramsay. Entrambe le ultime due donne vengono descritte dall’autrice, attraverso la voce di diversi personaggi, come donne terribili aride del punto di vista affettivo , sfatando così lo stereotipo del binomio donna-madre: una donna può essere, dunque, una madre amorevole oppure glaciale e priva di ogni sentimento materno. Nel viaggio alla ricerca di se stessa, Margherita si riscopre gradualmente, senza abbandonare i tratti di madre che la distinguevano dall’ inizio. Su uno scenario scozzese, arricchito dalla presenza di diverse tazze di caffè, cappucini, zollette di zucchero e dolci italiani, Margherita riuscirà a riconquistare la libertà perduta.


Sebbene qualche lettore potrà trovare l’ambientazione ed i nomi di alcuni personaggi  semplici e scontanti, secondo la mia modesta opinione l’opera non deve essere sottovalutata e, oltre a narrare il conflitto interno di Margherita, mira a far riflettere su seri ed importanti concetti e  sul ruolo della donna nella società, percorrendo diverse figure femminili, dalla madre amorevole a quella glaciale, dalla anziana ballerina alla neo adolescente, rivelandosi così un’opera quasi completamente al femminile.

Voto: 4 su 5

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