Non è mai troppo presto per amare
Eugenio Nascimbeni
Prima di lasciare la parola a Chris con la recensione dell'ultima opera, vorremo dedicare alcune righe all'autore per chi non ne avesse ancora sentito parlare.
Eugenio Nascimbeni esordisce nel 2007 con il romanzo thriller “Il traghettatore” pubblicato da Leonardo
Facco, editore free della bergamasca. Nel giugno 2012 pubblica per Lettere Animate Editore il romanzo giallo “L’angelo che portava
la morte”, qualche mese più tardi è uscito, per Falzea Editore, il romanzo
thriller fantasy “La profezia di Karna e l’amuleto maledetto”. Nel 2013, sempre con
Lettere Animate Editore, pubblica nuovamente il romanzo in una versione extended, il mio romanzo d’esordio “Il traghettatore” e
parallelamente lo spin off dello stesso, dal titolo “L’attesa di Caronte”. Nel 2015 è stato
editato, da Lettere Animate Editore, il romanzo thriller a sfondo psicologico
“Delirio”. L'autore ha avuto modo di sperimentare due mondi dell'editoria: le case editrici e il selfpublishing. Di quest'ultima tipologia vi segnaliamo “Spiriti Immortali”, una raccolta di poesie dedicate ai
grandi nomi della musica, del cinema, dello sport prematuramente scomparsi e
diventati Miti.
“Non è mai troppo
presto per amare”, pubblicato il 6 aprile 2017 da Amarganta Editore, è il primo romanzo di formazione a carattere sentimentale.
Eugenio Nascimbeni si descrive:
Amo leggere, soprattutto romanzi di genere thriller e poliziesco, scrivere (in passato sono stato collaboratore del sito culturale Deliri Progressivi), e ascoltare della buona musica rock e blues. Il mio artista preferito è Bruce Springsteen, di cui sono un grande fan.
In campo letterario, accanto agli autori più celebri del genere che prediligo, nutro una profonda passione per Jorge Amado, superbo cantore del Brasile e della sua gente.
Trama: Milano,
un’estate di fine anni sessanta. Fabio, dodicenne portiere della squadra di
calcio amatoriale dei “Diavoli Gialli”, parte con sua madre per una località
dell’entroterra pesarese per concedersi un primo scampolo di vacanze, ospite di
suo cugino Celso e degli zii. Nel
corso del viaggio fa qualche riflessione sul tema dell’amore, un sentimento che
lui conosce appena attraverso le canzoni melodiche di quegli anni e grazie alla
fugace lettura dei fotoromanzi della Lancio, diffusissimi a quei tempi, di cui sua
madre è un’accanita lettrice. L’incontro
sul treno con un soldato di leva, triste e addolorato dopo avere salutato la
sua ragazza, gli fa comprendere che l’amore è una medaglia a due facce: da un
lato la gioia, dall’altra la sofferenza. Arrivato
a destinazione fa conoscenza con Lea, una bellissima ragazzina di due anni più
grande e della quale s’innamora al primo sguardo. Con la timidezza e
l’inesperienza dell’età incomincia un piccolo corteggiamento sino a quando lei
non gli regala il suo primo bacio d’amore. La
storia tra di loro s’irrobustisce e tutto sembra filare per il verso giusto, ma
un evento inatteso finisce per lacerare in modo irreparabile il loro rapporto. Fabio
allora, attraverso un percorso di crescita individuale quanto mai sofferto, giunge
alla vetta più elevata dell’amore: nonostante la relazione con Lea sia
terminata, il suo sentimento verso di lei non è mutato, anzi si è ingigantito. Un
drammatico avvenimento, infine, pone Fabio davanti a una scelta coraggiosa che
affronta con lo slancio passionale del suo giovane cuore innamorato. L’ultimo
capitolo, un vero e proprio colpo di scena, commovente ma non strappalacrime,
spiegherà cosa è successo, a distanza di tempo dai fatti raccontati, a tutti i
protagonisti della vicenda.
Recensione: Un romanzo molto
particolare, non so ancora se mi è piaciuto oppure no. L'ambientazione storica,
la descrizione di quel contesto socio culturale che oggi non esiste più l'ho
trovata favolosa, cosi come l'emozione che riesce a trasmettere durante la partita
o quando Fabio mostra tutta la sua ingenuità. Molto bello anche quell'amore
contadino degli zii, quell'idea dell'ospite sacro fino in fondo, cosi come Lea,
sia come persona sia l'emozioni che viviamo attraverso il pensiero di Fabio.
“Non sarei cosi sicuro. Per l'amore non è mai troppo presto né troppo tardi. Arriva quando meno te l'aspetti e uno non fa neppure in tempo ad accorgersene che si ritrova con l’anello al dito, come è capitato a me.”
Però a tratti è troppo
“surdato 'nnamorato” molto insistente nelle descrizioni dei sentimenti verso
Lea, in certe situazioni è ripetitivo e noioso. Tutto sommato è una lettura
piacevole, molto adatta per passare un paio di serate in tranquillità e nella
nostalgia del ricordo, di fatti tramite Fabio sono convinto che tutti i lettori
rivivranno la loro prima vacanza da ragazzini e non più da bambini, i loro
sogni di bambino e il loro primo amore, le prime grandi lezioni della vita,
delle vittorie, delle sconfitte e soprattutto la bellezza del sentimento
genuino e infantile come quello tra Fabio e Lea. Una menzione particolare
merita il finale del libro, ovviamente parlarne senza raccontarlo non gli renderà
mai giustizia, ma ci provo ugualmente. Il finale mi ha lasciato una sensazione
strana, in parte felice per il cambio di rotta dell'autore il quale diventa
decisamente meno dolce, in parte una malinconia per il coraggio, una qualità
che difficilmente viene premiata come dovrebbe, anzi spesso viene premiata nel
modo opposto. Fabio durante tutto il libro è un po' tutti noi, quelli che
quando scoprono l'amore farebbero di tutto però lui, a differenza nostra, fa
veramente di tutto andando ben oltre i suoi dodici anni.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento