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giovedì 8 giugno 2017

Non è mai troppo presto per amare
Eugenio Nascimbeni

Prima di lasciare la parola a Chris con la recensione dell'ultima opera, vorremo dedicare alcune righe all'autore per chi non ne avesse ancora sentito parlare.
Eugenio Nascimbeni esordisce nel 2007 con il romanzo thriller “Il traghettatore” pubblicato da Leonardo Facco, editore free della bergamasca. Nel giugno 2012 pubblica per Lettere Animate Editore il romanzo giallo “L’angelo che portava la morte”, qualche mese più tardi è uscito, per Falzea Editore, il romanzo thriller fantasy “La profezia di Karna e l’amuleto maledetto”. Nel 2013, sempre con Lettere Animate Editore, pubblica nuovamente il romanzo in una versione extended,  il mio romanzo d’esordio “Il traghettatore” e parallelamente lo spin off dello stesso, dal titolo “L’attesa di Caronte”. Nel 2015 è stato editato, da Lettere Animate Editore, il romanzo thriller a sfondo psicologico “Delirio”. L'autore ha avuto modo di sperimentare due mondi dell'editoria: le case editrici e il selfpublishing. Di quest'ultima tipologia vi segnaliamo “Spiriti Immortali”, una raccolta di poesie dedicate ai grandi nomi della musica, del cinema, dello sport prematuramente scomparsi e diventati Miti.
“Non è mai troppo presto per amare”, pubblicato il 6 aprile 2017 da Amarganta Editore, è il primo romanzo di formazione a carattere sentimentale.

Eugenio Nascimbeni si descrive:
Amo leggere, soprattutto romanzi di genere thriller e poliziesco, scrivere (in passato sono stato collaboratore del sito culturale Deliri Progressivi), e ascoltare della buona musica rock e blues. Il mio artista preferito è Bruce Springsteen, di cui sono un grande fan.
In campo letterario, accanto agli autori più celebri del genere che prediligo, nutro una profonda passione per Jorge Amado, superbo cantore del Brasile e della sua gente.
 Trama:  Milano, un’estate di fine anni sessanta. Fabio, dodicenne portiere della squadra di calcio amatoriale dei “Diavoli Gialli”, parte con sua madre per una località dell’entroterra pesarese per concedersi un primo scampolo di vacanze, ospite di suo cugino Celso e degli zii. Nel corso del viaggio fa qualche riflessione sul tema dell’amore, un sentimento che lui conosce appena attraverso le canzoni melodiche di quegli anni e grazie alla fugace lettura dei fotoromanzi della Lancio, diffusissimi a quei tempi, di cui sua madre è un’accanita lettrice. L’incontro sul treno con un soldato di leva, triste e addolorato dopo avere salutato la sua ragazza, gli fa comprendere che l’amore è una medaglia a due facce: da un lato la gioia, dall’altra la sofferenza. Arrivato a destinazione fa conoscenza con Lea, una bellissima ragazzina di due anni più grande e della quale s’innamora al primo sguardo. Con la timidezza e l’inesperienza dell’età incomincia un piccolo corteggiamento sino a quando lei non gli regala il suo primo bacio d’amore. La storia tra di loro s’irrobustisce e tutto sembra filare per il verso giusto, ma un evento inatteso finisce per lacerare in modo irreparabile il loro rapporto. Fabio allora, attraverso un percorso di crescita individuale quanto mai sofferto, giunge alla vetta più elevata dell’amore: nonostante la relazione con Lea sia terminata, il suo sentimento verso di lei non è mutato, anzi si è ingigantito. Un drammatico avvenimento, infine, pone Fabio davanti a una scelta coraggiosa che affronta con lo slancio passionale del suo giovane cuore innamorato. L’ultimo capitolo, un vero e proprio colpo di scena, commovente ma non strappalacrime, spiegherà cosa è successo, a distanza di tempo dai fatti raccontati, a tutti i protagonisti della vicenda.

Recensione: Un romanzo molto particolare, non so ancora se mi è piaciuto oppure no. L'ambientazione storica, la descrizione di quel contesto socio culturale che oggi non esiste più l'ho trovata favolosa, cosi come l'emozione che riesce a trasmettere durante la partita o quando Fabio mostra tutta la sua ingenuità. Molto bello anche quell'amore contadino degli zii, quell'idea dell'ospite sacro fino in fondo, cosi come Lea, sia come persona sia l'emozioni che viviamo attraverso il pensiero di Fabio.
“Non sarei cosi sicuro. Per l'amore non è mai troppo presto né troppo tardi. Arriva quando meno te l'aspetti e uno non fa neppure in tempo ad accorgersene che si ritrova con l’anello al dito, come è capitato a me.”
Però a tratti è troppo “surdato 'nnamorato” molto insistente nelle descrizioni dei sentimenti verso Lea, in certe situazioni è ripetitivo e noioso. Tutto sommato è una lettura piacevole, molto adatta per passare un paio di serate in tranquillità e nella nostalgia del ricordo, di fatti tramite Fabio sono convinto che tutti i lettori rivivranno la loro prima vacanza da ragazzini e non più da bambini, i loro sogni di bambino e il loro primo amore, le prime grandi lezioni della vita, delle vittorie, delle sconfitte e soprattutto la bellezza del sentimento genuino e infantile come quello tra Fabio e Lea. Una menzione particolare merita il finale del libro, ovviamente parlarne senza raccontarlo non gli renderà mai giustizia, ma ci provo ugualmente. Il finale mi ha lasciato una sensazione strana, in parte felice per il cambio di rotta dell'autore il quale diventa decisamente meno dolce, in parte una malinconia per il coraggio, una qualità che difficilmente viene premiata come dovrebbe, anzi spesso viene premiata nel modo opposto. Fabio durante tutto il libro è un po' tutti noi, quelli che quando scoprono l'amore farebbero di tutto però lui, a differenza nostra, fa veramente di tutto andando ben oltre i suoi dodici anni. 
Voto:



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