Buon pomeriggio,
oggi la nostra Sonia Alemi ci parla di Amiche per caso, primo romanzo a quattro mani di Mariantonietta Barbara e Silvestra Sorbera, non perdetevi la sua recensione.
TRAMA
“Amiche per caso” è il primo romanzo a quattro mani delle autrici Mariantonietta Barbara e Silvestra Sorbera che, dopo anni di sodalizio (la prima autrice è editor della casa editrice LazyBOOK) hanno deciso di unire le idee e realizzare una storia al femminile insieme.
Le “Amiche per caso” un po’ come loro due, affronteranno un lungo viaggio che le porterà a conoscersi, a scontrarsi ma anche ad aiutarsi. Le protagoniste principali sono tre: Irene cinquantenne milanese, Giada docente precaria umbra e Chiara giovane ventenne in cerca del suo futuro.
Le tre donne hanno un passato e necessità diverse, ma trovano una soluzione al loro problema principale condividendo il casale di Irene. Nel corso del romanzo i loro caratteri, diversi ma allo stesso tempo legati dalla combattività e dalla voglia di farcela a tutti i costi, vengono fuori, ognuno con le sue sfumature.
La storia, ambientata in un antico borgo umbro, raccoglie poi la vita quotidiana di un piccolo comune dove il bar centrale, così come il fruttivendolo e l’edicolante, diventano punti di forza per l’intera comunità.
Un romanzo che fa ridere e pensare allo stesso tempo, una commedia sulla forza delle donne, che tratta anche di politica e religione, dell’amore per sé stessi e di quello per i figli e i genitori, senza dimenticare di farvi sorridere grazie ai suoi spumeggianti personaggi.
LE AUTRICI
Mariantonietta Barbara
Classe 1970, dopo una laurea in filosofia, un master in giornalismo e un paio d’anni trascorsi felicemente a Roma, si è trasferita dalla Puglia in Veneto per amore. Ha cambiato più di sette case nel corso della sua vita e vivere nello stesso appartamento da diciotto anni la rende piuttosto recalcitrante. Cerca di mantenere la calma scrivendo romanzi ( “L’appartamento”, “Di madre in figlia” ), racconti ( “Problemi di cuore”, “Il completino”, “Un dannato romantico Natale” ), favole per bambini ( “ Luna e la tela prendi pensieri”, “Una lettera per Babbo Natale”, “3 favole di Natale”, “Fantasmi e popcorn” ), recensioni, storie come ghostwriter e circondandosi di libri, cartacei e virtuali. Ospita due gatti; convive con un marito e una figlia smaccatamente veneti, che coltivano fortunatamente le stesse sue passioni: videogiochi, pizza, gelato e serie tv.
Per contattarla: barbastorie@gmail.com
Silvestra Sorbera
Classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Ha pubblicato nel 2009 “La prima indagine del Commissario Livia” e a maggio del 2016 la seconda indagine dal titolo “I fiori rubati” con la casa editrice LazyBOOK. Nel 2013 ha realizzato la favola per bambini “Simone e la rana”e nel 2017 “Simone ela rana: viaggio nel castello stregato” e il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica con la casa editrice LazyBOOK i racconti“Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera” e a dicembre 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio”. A giugno 2016 con la casa editrice PortoSeguo il romanzo “Sono qui per l’amore”.
Per contattarla: silvestra.sorbera@libero.it
RECENSIONE
Ben ritrovate amiche sognatrici, oggi vorrei sottoporre alla vostra attenzione un libro che mi ha molto incuriosita per la copertina e anche per l’argomento trattato.
Eh sì, mi sono detta, non è facile parlare di donne vedrai che anche questa volta la trama parlerà di outfit, messaggini in rete e pettegolezzi di amori fra adolescenti poco credibili.
Ebbene, mi sbagliavo! Ho iniziato a scorrere le pagine dell’ebook quasi con noia, volendo dare un’occhiata alle prossime recensioni in programma per ottobre da distribuire alle ragazze del blog, man mano che leggevo la mia ritrosia iniziale è stata sostituita dalla curiosità crescente, forse perché, per alcuni versi, mi rispecchiavo in una delle protagoniste, oppure boh, forse in tutte quante persino in Tosca e Minerva pensandoci bene!
Il narrato in terza persona al presente a me non è mai piaciuto ma qui, in questo romanzo, acquista un significato ben preciso e sembra quasi di assistere a un film con la voce fuori campo tipica delle commedie.
La nota ironica la si legge già dalle primissime righe quando assistiamo alla presentazione di Irene, neo vedova della Milano bene, con problemi di solvibilità:
A ogni nuovo commento, a ogni noi e ci, Irene preme la borsa contro il fianco, come se l’architetto si stesse preparando a derubarla in quell’ esatto momento. Annota sullo smartphone ogni nuova ipotetica spesa e la sottrae poi, mentalmente, al piccolo gruzzolo che ancora possiede.
Armando l’ha imbrogliata, morendo all’improvviso e lasciandole pochi spiccioli, rispetto a quello che era andato in eredità ai suoi figli e che la sua ex moglie aveva speso prima del definitivo e ufficiale divorzio.
Man mano la mia lettura, che doveva essere solo una scorsa superficiale in vista di una più approfondita molto più in là, è diventata sempre più attenta, partecipando alle vicissitudini di questa cinquantenne, ridevo del suo sforzarsi nel mantenere il suo status inalterato fra la cerchia delle sue amicizia altolocate; tutto ciò, mi dicevo, è grottesco e nello stesso tempo reale. In fondo, questo sforzarsi di apparire, di sembrare sempre al meglio oppure di voler continuare a far parte di un certo ceto sociale è una nota predominante di ognuna di noi.
Perché noi donne siamo proprio così!
Altra protagonista è Giada, giovane trentenne, docente precaria e giornalista freelance. Lei, forse per timidezza oppure un’innata insicurezza, si limita a sognare e a seguire da lontano, sui social, un vecchio flirt, da cui forse sarebbe potuto trasformare in amore se solo…
Sebastiano, questo è il nome del suo tanto idealizzato amore, è partito per l’estero quando la loro amicizia era ancora in quella fase tra l’innamoramento e il tenero flirt. Nemmeno un bacio si sono scambiati, ma lei lo ha idealizzato, forse perché così le è più comodo? Forse perché pensando a quello che avrebbe potuto essere non si pone l’obbligo di dover scegliere e conseguentemente apportare cambiamenti alla sua noiosa routine?
Corteggiata da molti, ma ancora single (per scelta, sostiene lei), ha una vera passione per ogni evento o esperienza che sia in grado di regalarle un’emozione travolgente e, nonostante la sua vita appaia ai più come tranquilla e scandita da una precisa routine, Giada non esita a rimescolarla a ogni propizia occasione.
Altra protagonista è Chiara, ventenne diplomata al conservatorio, una famiglia molto abbiente alle spalle, dei genitori che pretendono molto da lei, forse troppo dimenticando che, in fondo, lei è solo una ragazza, una che vorrebbe sperimentare nuove cose, fare nuove conoscenze e forse anche maturare senza l’assillo continuo dei genitori.
L’hanno presa in giro quando ha detto che si sarebbe trasferita a qualche chilometro di distanza: «Uh, come New York vero? Stai proprio cambiando ambiente! Che coraggio!» A lei però non importa. Non cercava un luogo lontano o completamente diverso, solo un posto che fosse suo e visto che in famiglia non hanno mai amato Borgo Pietra, sceglierlo è stato facile
Fra i vari personaggi secondari Gloria è una vera chicca, una splendida tuttofare, la persona perfetta a cui rivolgersi per ogni incombenza, problema o preoccupazione persino sentimentale. Lei, oltre ad essere la tuttologa del gruppo, è usata come deus ex-machinae dalle autrici in alcune scene. È una persona schietta e sincera, con la testa sulle spalle e con un grande cuore.
Tutti quelli che la conoscono e hanno l’occasione di parlarci ne escono un pochino più arricchiti, fortificati.
La stessa Irene subito dopo averla incontrata si troverà a riflettere sull’ironia della sorte:
Mai tante donne erano entrate in contatto con lei, senza esserle introdotte come mogli o figlie di qualcun altro. Certo, siamo nel terzo millennio, ma in Italia questa abitudine le è sembrata più resistente di altre, fino a quel momento.
Una storia tutta al femminile, quindi, piena di litigi, aggressioni sardoniche intrise di quel velenoso humor che solo noi donne siamo capaci di esprimere, riappacificazioni e rivelazioni.
Uno spaccato sulla vita di un paesino di provincia, tranquillo e pacifico all’apparenza, pieno di energia sotterranea e di solidarietà.
Fra i vari flirt, rivelazioni di impensabili amori gay e la conoscenza di altri personaggi secondari simpatici e molto ben tratteggiati ho finito questo libro che avrei dovuto recensire per ottobre!
Consiglio vivamente la lettura di questo racconto, si tratta di una lettura leggera e piacevolmente ironica, intrisa di buoni sentimenti e che vi farà trascorrere piacevoli ore di relax sotto l’ombrellone.
Alla cover perché è in tema con il contenuto do 5
Alla scorrevolezza della scrittura a quattro mani, non sempre facile, do 5
Alla trama do 5
Alla presentazione dei personaggi e al loro approfondimento do 5
Quindi 5 nuvolette ben meritate per un lavoro curato e ben strutturato.
Grazie mille, felice che ti sia piaciuto ma soprattutto che ti abbia sorpreso nella lettuta
RispondiElimina